Soffio di vita

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Omega™
view post Posted on 8/1/2009, 17:43




Valentina tamburellava in maniera nervosa la punta di una scarpa sul pavimento imprecando contro Roberto che pareva non decidersi ad aprire l'uscio. Roberto si era accorto della presenza della ragazza guardando attraverso lo spioncino ad occhio di bue della porta di casa dopo che un lungo squillo del campanello l’aveva distolto dalla visone di un film alla tivù. Mezzo nudo, con le sole mutande addosso, si era affrettato a recuperare l'accappatoio abbandonato nell'antibagno. Quando decise d’aprire la porta trovò Valentina ad attenderlo sullo zerbino. Nella mano la ragazza reggeva una valigia, nell'altra una lunga funicella con cui sosteneva lo zainetto che portava tracolla. Un'ampia frangia di capelli, calata sugli occhi, simile a quella di Sam Sheepdog, le nascondeva il viso curvo verso il basso.
- Ciao! Mi ospiti? - disse Valentina ficcando un piede dentro l'appartamento, per niente intimorita dalla presenza di Roberto, costretto a scostarsi, sospinto dalla valigia che sembrava precedere la ragazza.
- Beh, si può sapere cosa ti è successo stavolta? - disse mentre chiudeva la porta alle loro spalle.
- Niente... niente. Al solito ho litigato con i miei genitori. Sono scappata da casa, ecco cosa è successo! Non sapevo dove rifugiarmi e sono capita qui da te perché sei il mio migliore amico. L'unico su cui posso fare affidamento in caso di bisogno.
Valentina sembrò non prestare orecchio al blaterare di Roberto. Sembrava non importarle un fico secco delle parole che uscivano come proiettili dalla bocca dell'uomo. Proseguì a camminare per lo stretto corridoio che conduceva nel soggiorno. Lasciò cadere valigia e zainetto sul parquet e andò a sedersi su uno dei sedili imbottiti del divano, là dove qualche istante prima Roberto stava a guardare un film noir alla tivù.
- Giuro che non ti disturberò. Dormirò qui, sul divano, come le altre volte, d'accordo?
- Ai tuoi genitori non ci pensi? Saranno preoccupati per te.
- Chi loro? Ma dai, allora non li conosci. E poi ho passato da un pezzo l'età della maturità. Tu dovresti saperlo, oppure te ne sei già dimenticato, eh?
- Appunto! Avresti dovuto mettere la testa a posto da un po' di tempo, invece...
- Senti, non ho nessuna intenzione di prestare orecchio alle prediche e tanto meno alle tue. Se non ti va di ospitarmi dillo in modo chiaro. E chiudiamo la discussione qui, va bene! - disse afferrando la valigia che stava appoggiata sul parquet.
- Non ho nessuna intenzione di farti un sermone e nemmeno voglio convincerti a fare ritorno a casa. Puoi rimanere quanto vuoi, non ho problemi ad ospitarti, lo sai.
- Bene, allora per stanotte resto a dormire sul divano, ti sta bene?
- Sì, certo, fai come vuoi... tanto è impossibile farti ragionare.
Roberto ci aveva fatto il callo alle continue fughe da casa di Valentina e non si era stupito nel trovarla davanti all'uscio.
Si erano conosciuti anni addietro quando la ragazza, appena diplomata ragioniera, aveva preso servizio nell'agenzia della Cassa di Risparmio dove lui era funzionario. Avevano lavorato a contatto di gomito per molto tempo; quasi cinque anni, poi Roberto aveva cambiato sede di lavoro.
A dispetto della differenza d'età, venticinque anni li separavano, erano riusciti ad instaurato un forte legame di amicizia, sbocciato in poco tempo in qualcosa di molto più importante.

Dopo il distacco provocato dal trasferimento di Roberto in altra sede avevano mantenuto il medesimo rapporto d'intimità che aveva caratterizzato la loro vicinanza in ufficio. Valentina era una donna stravagante. Roberto, dal canto suo, era uno dei pochi uomini in grado di comprenderne le diversità. Se l'era portata a letto in più di una occasione godendo del piacere che aveva saputo trasmettergli il corpo della ragazza, senza mai avanzare diritti su di lei.
Magra, seni piccoli, alta poco più del normale, Valentina possedeva un bel culo e tutti i pregi della gioventù. Scapigliata e piena di contraddizioni considerava Roberto qualcosa di molto simile a un fratello maggiore. Un uomo su cui fare affidamento nei momenti di bisogno e sconforto. A lui, solo a lui, confidava i tradimenti che perpetuava ai danni dei fidanzati che cambiava di frequente anticipando il ritmo delle stagioni.
Valentina trascorreva molte sere chiusa nella stanza da letto, davanti al monitor, chattando con gli uomini. Di queste strane amicizie aveva reso partecipe Roberto, narrandogli le vicissitudini notturne di cui era protagonista in webcam. Specie quando le succedeva di masturbarsi davanti alla piccola telecamera, posizionata sopra il monitor, imitando nei gesti e nelle parole gli occasionali partner che dallo schermo le mostravano il cazzo. Lei li pungolava a masturbarsi e sborrare e loro lo facevano incoraggiati dal modo di fare della ragazza.
Roberto si eccitava nell'ascoltare le confidenze di Valentina, specie quando lo rendeva partecipe delle storie che conduceva lontana dallo schermo del computer. Infatti, non si limitava a masturbarsi mentre chattava. A volte, quando reputava intrigante l'interlocutore, soprattutto dopo avergli visionato il cazzo, concordava un appuntamento. Il più delle volte si trattava di un invito a cena, preludio alle successive scopate che andava a concludere in qualche camera d'albergo o sui sedili di un'autovettura.
Certe notti le prendeva una tale voglia di cazzo che non esitava a sollecitare l'occasionale interlocutore ad un affrettato rendez-vous. Incontrava gli spasimanti all'uscita del casello di una qualsiasi autostrada, purché distante non più di un centinaio di chilometri dal piccolo paese dovere risiedeva in riva al Po.
A Valentina piaceva infognarsi sui sedili dell'auto dell'improvvisato amante, succhiargli il cazzo, scopare di fretta, e subito dopo fare ritorno a casa.
Roberto prestava attenzione alle parole di Valentina dando a intenderle di condividerne il modo di vivere. Invece non gradiva che gli altri uomini si appropriassero del corpo di Valentina con tanta facilità. Stare ad ascoltare le rivelazioni della ragazza lo faceva sentire più vecchio dei suoi cinquant'anni. Non riusciva a darsi pace per gli atteggiamenti dissoluti della ragazza. Eppure non l'aveva mai biasimata, legittimando, di fatto, con un sorriso di compiacimento, le confidenze che Valentina gli faceva quando si vantava delle scopate portate a termine anche con più uomini nella stessa nottata.

Roberto, qualche mese addietro, aveva tentato di sodomizzarla scopandola nel culo, senza peraltro riuscirvi, facendola arrabbiare non poco. Dopo quell'incidente non avevano più fatto sesso, ma confidava di riprendere a scoparla quanto prima.
- Ti spiace se faccio uso del tuo computer per navigare? Ho alcune cosette da controllare nella posta elettronica, poi sono da te.
Roberto lasciò che si collegasse in rete utilizzando il computer portatile confinato sopra lo scrittoio in un angolo del soggiorno. Si allontanò per non esserle d'impaccio e andò nella stanza da letto, deciso a levarsi di dosso l'accappatoio e indossare jeans e maglietta. Quando fece ritorno nel soggiorno il computer giaceva inutilizzato, con lo schermo acceso, sul piano dello scrittoio. Valentina si era messa seduta sul divano e guardava in modo distratto la tivù.
- Fatto?
- Eh?
- Ti ho chiesto se hai letto la posta.
- Sì, certo, ma non c'era niente d'importante. I soliti sfigati e poi tu non hai nemmeno la webcam, possibile?
- Hai fame? Ti servo qualcosa? Non fare complimenti, eh... il frigorifero sai dove sta.
- Uffa...
- Beh, mi vuoi fare partecipe di quello che è successo stavolta? Cosa ti ha spinto a venire a casa mia a quest'ora della sera.
- Niente, le solite incomprensioni...
- Perché non sei andata dal tuo fidanzato?
- Non lo vedo e neppure lo sento al telefono da una quindicina di giorni. Di sicuro mi avrà scaricata per un'altra. Ma non lo rimpiango, lo sai che non recrimino mai contro nessuno, eh!

Seduta sopra il divano, con le gambe incrociate ed i talloni sotto le natiche, si mise ad azionare il telecomando passando da una frequenza all'altra, provocando un rapido susseguirsi di immagini sullo schermo del televisore.
Valentina si comportava come se fosse a casa propria. Disinibita e un po' bambina sembrava non fare caso alla presenza di Roberto, pur non avendo nessuna intenzione d'andare a dormire nel letto insieme a lui preferendo restare sul divano.
- Ti lascio qui a guardare la tivù. Io vado a letto. Se hai bisogno della mia presenza chiamami, oppure vieni a dormire nel mio letto, se ti va - disse soffermandosi sullo stipite della porta, sperando che la ragazza accettasse l'invito.
- Va bene, va bene... vai pure, vai...
Roberto non aveva una compagna fissa. Dopo che si era separato dalla moglie aveva intrattenuto storie di poco conto senza imbastire con nessuna altra donna un legame serio e duraturo. Scopando con Valentina aveva sperimentato sulla propria pelle l'impossibilità di mantenere un rapporto di amicizia fra un uomo ed una donna. Per lungo tempo l'aveva trattata come se fosse una figlia e lo stesso aveva fatto lei, reputandolo un fratello maggiore, poi erano finiti a letto insieme.

Roberto si ritrovò solo nel letto matrimoniale. Avrebbe voluto approfittare della fortunata circostanza per ricucire il rapporto con Valentina e fare di nuovo l'amore con lei. Ma era certo che ci sarebbero state altre occasioni per scoparla durante il soggiorno della ragazza dentro casa. Si addormentò con il cazzo duro e se lo trovò ancora turgido al risveglio la mattina seguente.

Le luci dell'alba lo destarono di buon ora. Quando si trasferì in salotto rinvenne Valentina addormentata sul divano e non riuscì a fare a meno di soffermarsi a guardarla. La lampada dell'abat-jour, posizionata sul tavolino accanto al divano, era rimasta accesa per tutta la notte. La ragazza stava piegata sul fianco, col viso rivolto contro lo schienale del divano. Il lenzuolo che le aveva consegnato la sera precedente, insieme al guanciale, copriva solo in parte il corpo lasciando scoperto il fondo schiena privo di mutandine. Rimase ancora qualche istante a rimirare le morbide forme dei glutei, poi il suo sguardo cadde sul parquet dove stavano disseminati, senza un ordine preciso, jeans e maglietta.
Sulla poltrona scorse un paio di mutandine ed il reggiseno. Passò oltre ed andò in cucina. Mise la miscela di caffè nella moka e appoggiò la caffettiera su uno dei fuochi della cucina a gas. Tostato il pancarrè tolse dal frigorifero burro e marmellata, dopodiché andò a svegliare Valentina scotendola più volte senza sortire effetto alcuno. Per niente turbata dall'invito ad alzarsi la ragazza si girò sull'altro fianco e riprese a dormire.
Non uscirono da casa insieme, se ne andò prima lui lasciando Valentina nell'appartamento intenta a vestirsi. Roberto non sapeva quanto tempo sarebbe rimasta dentro casa, ma averla accanto lo faceva stare bene. Non disperava di riuscire a portarsela a letto e incularla, prima o poi.
La sera quando fece ritorno a casa, dopo una giornata di lavoro, non trovò Valentina nella abitazione e nemmeno c’era più traccia della valigia che si portava appresso e pareva essere scomparsa insieme alla ragazza. Il soggiorno era tornato in ordine e così pure il bagno ed il resto dell'appartamento.

 
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